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Papua Nuova Guinea.

Stato (462.840 kmq; 5.953.000 ab.) dell'Oceania, costituito dalla parte orientale dell'isola della Nuova Guinea, dall'arcipelago di Bismarck (con le isole principali di Nuova Britannia, Nuova Irlanda e Manus), dalla parte settentrionale delle Isole Salomone (con le isole di Bougainville e Buka) e, verso Sud, dall'arcipelago di Louisiade, di D'Entrecasteaux e dalle isole Trobriand. Capitale: Port-Moresby. Città principali: Lae, Madang, Wewak. Ordinamento: Monarchia costituzionale. Il Paese è membro del Commonwealth britannico; capo dello Stato è formalmente il sovrano del Regno Unito, rappresentato da un governatore generale che nomina il Primo ministro. Questi, alla guida dell'Esecutivo, è responsabile dinanzi al Parlamento nazionale, composto da 109 membri eletti a suffragio universale per cinque anni. Le riunioni in Parlamento vengono condotte in tre lingue: inglese, pidgin e motu. Amministrativamente il Paese è diviso in 19 province più il distretto della capitale. Moneta: kina. Lingue ufficiali: l'inglese, una varietà melanesiana di Pidgin-English e lo hiri motu; sono inoltre diffusi idiomi locali papuani e melanesiani. Religione: prevalentemente protestante e cattolica; sono diffuse le animiste. Popolazione: è formata dai due ceppi originari principali, melanesiano e papuasico; sopravvivono inoltre alcuni gruppi delle genti pigmoidi.

GEOGRAFIA

Il territorio è prevalentemente montuoso, con catene orientate da Nord-Ovest a Sud-Est: Catena Centrale, Monti Bismarck, Owen Stanley Range. I fiumi principali sono il Fly e il Sepik. Il clima è caldo-umido, con elevate temperature e abbondanti precipitazioni.

ECONOMIA

I difficili tentativi di avviare una modernizzazione della vita sociale ed economica sono sostenuti dalle importanti risorse di base di cui dispone il Paese, nel settore agroforestale, minerario e idroelettrico. I piani di sviluppo mirano innanzitutto a potenziare l'assetto delle comunicazioni, il progresso delle aree rurali e l'avvio dell'industrializzazione urbana. Il settore primario ha una netta preponderanza. Complessivamente la superficie agraria copre solo l'1% del territorio nazionale. L'agricoltura, di sussistenza, è ancora primitiva, legata all'antica pratica del debbio. Colture principali sono quelle delle patate dolci, della manioca e di altri tuberi e radici, del sorgo e del riso. Stanno sorgendo grandi aziende (dirette da Europei o Australiani) in cui si producono caffè, cacao, cocco, banana, tè, arachidi, canna da zucchero e caucciù. Scarso è l'allevamento, rappresentato soprattutto da bovini e suini. Immenso è il patrimonio forestale, ancora poco sfruttato. Discreto è l'apporto della pesca. Molto importanti sono le risorse minerarie, solo parzialmente accertate: oro, argento, rame (estratto totalmente nell'Isola di Bougainville che, per questa sua posizione privilegiata, aspira all'indipendenza). Ancora scarsamente utilizzate sono le risorse idroelettriche. L'industria è comunque ancora inesistente, limitata com'è alla produzione di energia e alla lavorazione di prodotti agricoli (soprattutto olio di palma). La bilancia commerciale è attiva, anche se il Paese è totalmente dipendente dall'estero per le importazioni alimentari, dei carburanti e dei beni d'equipaggiamento e di manufatti industriali; le esportazioni, oltre al rame, sono rappresentate dal caffè, dal cacao e dal petrolio. L'Australia è il principale fornitore, mentre il Giappone è il cliente più importante.

STORIA

Per la storia precedente il 1975: V. NUOVA GUINEA. Lo Stato di P. risulta formato dall'ex colonia inglese della Nuova Guinea sud-orientale, ceduta nel 1906 al Commonwealth australiano, e dall'ex colonia tedesca della Nuova Guinea nord-orientale, attribuita nel 1920 dalla Società delle Nazioni in mandato all'Australia. Entrambi i territori vennero assegnati nel secondo dopoguerra dall'ONU in amministrazione fiduciaria all'Australia, fino alle elezioni politiche del 1972. Il 1° dicembre 1973 l'Australia concesse alla P. l'autogoverno e il 16 settembre 1975 fu proclamata l'indipendenza, nell'ambito del Commonwealth britannico. Venne eletto capo del Governo il leader del partito di maggioranza relativa (Pangu Party), Michael Somare, che mantenne la carica fino al 1985. Il processo verso l'indipendenza si dimostrò tutt'altro che facile, data la frammentarietà del territorio sia dal punto di vista geografico che etnico, con conseguenti spinte centrifughe. Le varie coalizioni di Governo dovettero affrontare delicate situazioni, sia interne sia internazionali: innanzitutto la secessione temporanea di Bougainville, proclamatasi indipendente con il nome di Repubblica delle Salomone Settentrionali, ma successivamente rientrata nella P. con uno speciale statuto di autonomia. In questa zona economicamente ricca, però, continuarono nel tempo a premere forze per ottenere la totale indipendenza, come dimostrarono gli avvenimenti sanguinosi del 1994. Difficili furono anche le relazioni con l'Indonesia, che sfociarono più volte in scontri militari. Pur perseguendo una linea politica estera di cauto non-allineamento, il Governo papuasiano si dimostrò favorevole a sviluppare con maggior intensità la sua azione a favore dei Paesi occidentali, senza tuttavia escludere amichevoli rapporti con la Cina. Nel 1985 il primo ministro M. Somare venne sostituito da Paul Wingti, del People's Democratic Movement, che mantenne l'incarico fino al 1988 e poi dal 1992 al 1994. Nel 1994 fu eletto Julius Chan, capo del People's Progress Party. Intanto la guerra di secessione con la Repubblica delle Salomone Settentrionali, che si sarebbe conclusa ufficialmente nell'aprile 1998 con un cessate il fuoco monitorato dalle forze dell'ONU, continuava. Nel 1997 Chan si dimise per l'incapacità mostrata dalle truppe mercenarie, assoldate dal Governo, nell'imporsi sulle truppe ribelli di Bougainville; nell'ottobre dello stesso anno si giunse a un negoziato tra le forze in campo, che pose fine a un decennale conflitto che aveva provocato più di 10.000 vittime. Da parte sua il Governo si impegnò a concedere definitiva indipendenza alla provincia entro 10-15 anni. Le elezioni del giugno 1997 determinarono la vittoria di B. Skate. Nel settembre 1997 il fenomeno meteorologico "El Niño" provocò un disastro ambientale nel Paese. Nel luglio 1998 ad aggravare la già instabile situazione della P., si aggiunse un maremoto che abbattendosi sulle coste nord-occidentali causò la morte di circa 3.000 persone. Nel luglio 1999 Skate si dimise, venendo sostituito da Mekere Morauta, che si impegnò per ridurre il deficit di bilancio e rafforzare la politica estera; a sostegno degli ambiziosi programmi dell'Esecutivo, il Fondo Monetario Internazionale approvò lo stanziamento di 115 milioni di dollari. Il malcontento popolare per le politiche economiche di Morauta si manifestò nel marzo 2001, quando il Governo annunciò l'intenzione di ridurre la spesa militare per risollevare l'economia nazionale, e sfociò nell'ammutinamento delle Forze armate, che chiesero le dimissioni di Morauta; la protesta coinvolse, in un secondo momento, anche gli studenti, e si concluse solo con la ritrattazione del premier che rinunciò agli annunciati tagli della spesa militare. Le violenze intanto continuarono: durante alcune manifestazione di protesta studentesche a Port Moresby la polizia sparò sulla folla provocando tre morti e numerosi feriti. Si decise allora per un coprifuoco che rimase in vigore fino al 10 luglio. La fragile stabilità si ruppe nel novembre dello stesso anno quando il leader indipendentista Theys Eluay venne ucciso in un'imboscata. Un mese più tardi, inoltre, nella zona centrale del Paese, nelle Southern Islands, scontri tra tribù rivali provocarono la morte di diverse decine di persone. Nel marzo 2002 l'esercito venne di nuovo interessato da un imponente ammutinamento che bloccò l'attività di una delle più grandi caserme del Paese. In un clima di instabilità e di sospetto nei confronti dell'esercito, alcuni membri del quale furono accusati dell'omicidio del leader indipendentista Eluay avvenuto un anno prima, nel giugno 2002 iniziarono le operazioni di voto delle elezioni legislative. Vista la particolare geografia del Paese le votazioni si protrassero per oltre due settimane, segnate da gravi episodi di violenza che portarono alla morte di 25 persone, tra cui alcuni candidati. Il risultato finale, contraddicendo i pronostici, vide la vittoria della coalizione di opposizione che, guidata dal leader del National Alliance Party Michael Somare, già primo ministro negli anni Settanta e Ottanta, si pose a capo del Paese. Lo sconfitto premier uscente, Mekere Morauta, si dimise anche dalla carica di presidnete del proprio partito, il PDM (People's Democratic Party). Nell'aprile 2003 sette soldati appartenenti a reparti speciali accusati di aver ucciso Theys Eluay furono giudicati colpevoli da un Tribunale militare. Nel dicembre 2004 uno studio australiano asserì che P. stava andando verso il collasso economico e sociale; nel maggio successivo l'Australia dovette ritirare i propri agenti di polizia (inviati a Port-Moresby qualche mese prima per contrastare il crimine nell'isola) allorché la Corte suprema di P. dichiarò incostituzionale la loro presenza.

ARTE

Con una popolazione che vede la compresenza di genti austro-melanoidi e papua e la loro distribuzione in numerose e differenziate etnie, la produzione artistica ha sempre avuto un continuo sviluppo. Anche se ancor oggi le varie parti del Paese non sono state del tutto esplorate (specie le parti più interne), limitando quindi la conoscenza delle culture alle fasce costiere e alle valli fluviali, gli studiosi tendono a raggruppare in nove grandi aree stilistiche le numerose culture locali. L'area nord-occidentale vede la propria produzione unificata da motivi decorativi (stile korvar), con arabeschi e viticci a curve strette e spezzate che manifestano influssi indonesiani. I prodotti principali di questo stile sono le prue decorate delle piroghe e le figure destinate a contenere i crani dei defunti. Verso Est si può riconoscere una seconda area stilistica, che presenta influenze risalenti alla cultura di Dong Son: forme tondeggianti e curvilinee, particolarmente in sculture che coronano i pali di sostegno delle "case degli uomini" (con gli altissimi frontoni coperti di sculture e pitture). Proseguendo a Oriente, verso il bacino del Sepik, la produzione plastica e pittorica si distingue per una straordinaria ricchezza di tipi e di forme, dalle maschere alle figure (crani rimodellati, possenti coccodrilli scolpiti, sculture di viva plasticità dei mundugumor), dalle pitture su brattee di palma all'integrazione di pittura, scultura e architettura in un unico inscindibile risultato. In corrispondenza del golfo di Huon e della baia dell'Astrolabio, si incontrano altri due stili caratterizzati da una policromia geometrizzante che, nelle maschere, giunge a sostituire i lineamenti modellati. Le isole D'Entrecasteaux e Trobriand formano l'area stilistica di Massim, con delicati lavori d'intaglio (scudi da danza) che richiamano più elementi papua che culture austro-melanoidi. Delle quattro zone stilistiche meridionali, grande importanza rivestono quelle della Nuova Guinea sud-occidentale e del Golfo di Papua. L'arte del Golfo di Papua si applica soprattutto alle tavole cerimoniali che affollano le "case degli uomini": figure umane e animali variamente deformate in volute geometriche vengono rappresentate con una grafia in rilievo sul legno dell'asse, mentre le parti scavate sono riempite di colore.